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città di Volturino
Volturino

Il poeta Giovanni Iorio nel suo libro "Un balcone sul Tavoliere" così descrive Volturino: “E si ederge arditamente sulla vetta, quasi che voglia imporsi alle alture sottostanti, famoso per i venti, ma anche per gli sconfinati orizzonti dove l’occhio mai si stancherebbe di spaziare davanti alle bellezze sorprendenti del paesaggio. Anche il forestiero di transito davanti a tanto ameno angolo suggestivo è costretto a fermarsi, estasiato e rapito come da un miracolo. E il vento che gioca con erbe e fiori su per le balze e i valloncelli invita insistentemente ed alletta a una dimora riposante in questo lembo di nuova Eden. E’ questo il luogo ideale, il posto incantevole, che merita appunto l’epiteto di “Balcone della Puglia”.
Volturino, distinto paese della Capitanata, che ha poco meno di 2000 anime, svetta di fronte al Promontorio del Gargano come un solitario aquilotto planante. E’ uno dei più alti Comuni ( mt.735 s.l.m.) su l’ultimo contrafforte dello schienale dei Monti del Sub-Appennino Pugliese.
Adagiato sullo schienale del monte, in senso orizzontale, presenta il caseggiato che si distende parallelo all’arteria principale (La Piazza) e si riversa sui pendii orientali e occidentali).
Da qui, gli orizzonti sconfinati danno il senso dell’immenso e ti fanno andare con la mente in paesi, isole e mari lontani.
Il borgo antico di Volturino è un saliscendi di stradine strette e pietrose, lo percorri attraverso l’effluvio di una tradizione che, a dispetto degli anni che scorrono, non passa mai: il ragù della domenica, il ceppo nei camini, e il maiale che si trasforma in salsicce, prosciutti, capocolli, nogghie e soffritti.
E per chi ama distendere lo sguardo all’infinito, non può esservi dubbio alcuno, è dal Belvedere, dal Muraglione di Sotto, dal Toppo della Guardia e dal Piano dei Galli che l’occhio può spaziare nella chiarezza azzurrina dell’atmosfera e nei panorami immensi tanto da deliziare lo spirito e il corpo.
Perchè fermarsi !! : perchè una sosta, un soggiorno in questo luogo, si può saggiare stili di vita alternativi a quelli dominanti. Qui da noi, la natura è ancora un capitale. Il verde, la tranquillità, i mille orizzonti naturali, le Chiese, il Santuario, le tracce del medioevo baronale, l’ambiente, il paesaggio, i piatti tipici di una cucina semplice e povera e insieme ricca di gusti e variata, può essere una opportunità ricorrente per imparare a godere spesso delle piccole grandi cose che ci circondano e conoscere la storia dei luoghi e degli uomini.
E perchè no un pic-nic alla Fontana a Monte, la fontana della passeggiata romantica e incantevole; o alla Fontana della Villanella, poco distante dal paese tra un folto gruppo di pioppi; o al Pozzo del Bosco (in realtà è una magnifica fontana lungo il braccio di strada che porta a Crocella di Motta), un angolo pulito con panchine e alberi, insomma un posticino ameno e salutare; o verso ponente sulla maggiore montagna, Piano dei Galli, dove si schiude un illimitato orizzonte a 360 gradi: la distesa del Tavoliere, il Gargano, lo scenario del mare Adriatico, le isole Tremiti, le vette bianche della Maiella, ecc....
RADIOGRAFIA DEL PAESE
Volturino, attualmente, è il solo superstite dei cinque primitivi casali di Montecorvino, ed erede dei diritti e delle glorie della vetusta città. Qui si rifugiarono i profughi di Montecorvino e torme di fuggiaschi provenienti da Tertiveri.
Circondato dai Monti del Sub-Appennino Dauno, ha come spalliera il Toppo della Guardia.
Paese essenzialmente tranquillo, con abitanti laboriosi ed attaccati ai lavori dei campi costituenti la preminente risorsa economica, ma tutte vocate al rispetto delle radici e gelosi delle loro tradizioni.
Il centro storico con le caratteristiche “rue” (stradine strette e ricche di scalinate) disposte a liste di pesce non coincidenti (per attutire quel faugne –vento vorticoso– che molto spesso vi spira) costituiscono un gioiello urbanistico.
(Rue:Ariosto-Dante-Dante-Leopardi-Leopardi-Bonghi-Tasso-Mazzini-Carducci-Carducci)
- All’ingresso del paese, Largo Ariella, quasi a dare il benvenuto cristiano una Grotta con la Madonnina di Lourdes e un artistico Crocifisso.
Accanto alla villetta, spicca il Monumento all’Emigrante per ricordare chi una volta ha oltrepassato gli oceani, poi i confini ed oggi la Regione.
- In via Croce, nella villa, si erge il Monumento a Padre Pio da Pietrelcina.
- La Fontana Vecchia con la pila-abbeveratoio, si trova nell’omonima via, ed è certamente la più antica e la più bella e, rappresenta un pregio artistico di notevole entità storico-paesistico.Vedi anche il"Pozzacchio"
- La poderosa Croce in ferro, avanzi dell’antica Badiale, a pochi metri dalla Fontana Vecchia, narra memorie di genti e di epoche remote (situata nel 1906 dai PP. Passionisti).
- La Fontana della Croce (1907), era situata nell’omonimo Largo, raccoglieva tramite tubazioni le acque sorgenti del Pozzo della Montagna, di Vallone Cupo e altre sorgenti minori e sgorgava in quella imponente fontana in ghisa lavorata, sollevata su tre gradini di pietra a forma di prisma retto con pinnacolo e quattro getti in ferro zincato. Al lato sud si allungava la vasta pila per abbeverare gli animali da soma. Il simulacro della fontana ha trovato il giusto posto in villa come degno trofeo di un passato originale e travagliato (le donne facevano lunghe attese per attingere qualche barile d’acqua che portavano in testa fino a casa).
- Al centro del paese si può ammirare la Chiesa Parrocchiale o Abbaziale, superba costruzione in stile romanico con l’artistica facciata prospiciente sulla piazza.
- La Pietra Tonda allo spigolo della Chiesa Madre: permane in quella testata di colonna (forse un’ara antica) la storia viva e vivente di Volturino.
- Le altre chiese, la prima sul Corso Vittorio Emanuele è dedicata a San Domenico di Guzman e l’altra di San Francesco d’Assisi al Largo Airella, piccole ma tenute in gran decoro e somma venerazione
- Come ogni altro castello il Palazzo Baronale sorge accanto all Chiesa Madre, a stabilire quasi i due primati del potere: era la residenza del feudatario e delle milizie. Oggi ospita una famiglia e un bar, il resto è allo stato di pietoso abbandono tuttavia continua a narrare una tradizione di nobiltà, di lotte e di conquiste.
- Anche Volturino nel conflitto della prima guerra mondiale ha dato il sangue dei suoi figli. Il 7 settembre 1929 venne murata sulla facciata della Chiesa Madre la lapide marmorea sormontata dall’aquila imperiale con ascritti i nomi dei caduti in guerra (1915-1918). Il 4 novembre 2008 sono state inaugurate due nuove lapidi poste ai lati di quella esistente, in memoria dei militari morti in Africa Orientale (1935-36); in Spagna (1936-38) e durante la II Guerra Mondiale (1940-45) lapide
- In località Piano dei Galli è stato realizzato il “Progetto Primavera” con la costruzione di villette, pista ciclabile e strutture per servizi essenziali.
Altre case annegano nella Storia, insieme alle viuzze strette e spesso senza uscite, ai portali, ai comignoli, alle scalinate, agli sporti (archi) per mezzo dei quali agli abitanti era agevole, in caso di attacchi, passare da un casa all’altra..
Notizie storiche e geografiche
L’esistenza di Volturino è storicamente accertata fin dall’anno 1225. Un documento del reg. Angioino del 1301 riporta a quell’anno l’esistenza del Casale, facente già parte dell’Università di Montecorvino.
Quali sono le origini di Volturino? – Faceva parte del territorio della Città di Montecorvino ed era uno dei cinque Casali creati sullo schienale dei Monti del sub-Appennino Pugliese a protezione della Madre Patria Montecorvino contro le invasioni provenienti dal Sannio e dagli Abruzzi per la preistorica “Strata Tractatoria”, cioè il Trutturo. Il Fraccacreta inquadra il paese nella lunga e tenace lotta tra gli Angioini e degli Aragonesi per il possesso della Capitanata. Fu un luogo di difesa per la sua naturale posizione strategica perchè posto sul vertice della montagna. I documenti antichi lo qualificano per “castrum, castellum, oppidum”. L’abitato di Volturino comprende pure la frazione di Carignani, a circa 10 Km. sulla SS.17 per Campobasso.
L’Agro di Volturino è attraversato dal Tratturo Regio: scendeva per i pendii di Motta Montecorvino e seguiva a valle la corrente del Radicoso, era largo 60 passi (un passo = 1,85 mt.) e fu ristretto e quotizzato nell’anno 1950. Un tempo si aggiravano armenti e cavallari: di quel possente passato ci restano il “vecchio mulino”, le vestigia di una “taverna” e la denominazione della contrada “Cavallaro”. La Taverna era un caseggiato destinato al ricovero dei forestieri, per il personale della mena delle pecore e per il ricambio della posta dei cavalli.
Il territorio è in parte montano (450/862 s.l.m. -Toppo della Guardia, Montorso, Toppo del Molinaro, Piano dei Galli, Vallone Cupo, Serralonga, S.Lucia, ecc...) di scarso valore produttivo; più fertile quello di media altezza (350/450 s.l.m. - Crocella, Serritella, Marano, Selvapiana, Parco Torre, ecc...); più ricco è l’altro versante della pianura che fa parte dell’Alto Tavoliere (250/350 s.l.m. –Vadocarro, La Fara, Grotticelli, Riconi, ecc...) dove il suolo è molto fertile per tutte le qualità di cereali, vigneti, oliveti, ecc...
Comprende tre corsi d’acqua a carattere torrentizio: La Canala che raccoglie le acque di Vallone Cupo, il Canale del Bosco di Santa Lucia e il Radicosa.

 

 

 

 

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